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Aneddoti e racconti dal sapore metaforico prendono vita, in una notte di timida primavera, ai tavolini della taverna Orgasmo. Tra i commensali rimasti fino all'orario di chiusura, ci sono Oscar e Antonio che, con grande sincerità, intavolano una discussione profonda ripercorrendo esperienze passate. Il carteggio dei personaggi intorno a loro è composto in modo accurato. Ogni dettaglio, ogni particolare è reso vivo da un susseguirsi di descrizioni che non lasciano spazio a dubbio alcuno: ogni fotogramma del racconto è nitido e a disposizione dell'occhio del lettore. Vite che si incrociano in un confronto serrato sulla visione delle cose. Generazioni diverse e visioni del mondo duellano senza fare sconti a nessuno. La disillusione diventa la bussola della riscossa sociale e di un appello alla vita. È narrazione degli ultimi, delle debolezze dell'essere umano e della capacità di potersi distaccare dalla banalità, dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze che di tanto in tanto la vita impone. Situazioni a confronto che non hanno l'ambizione però di lasciare una ricetta precisa nelle tasche del lettore. Non si incontrano certezze all'interno delle piccole nicchie di vita che vengono incontrate e raccontante durante il cammino. La taverna è un luogo senz'anima, un luogo di passaggio dove le genti si usano e si accalcano in maniera disordinata.